In the name of rock

All in the name of Rock

Fotografare i concerti, rock e non, è una delle esperienze più divertenti e, anche, stressanti, che ci possano essere. Soprattutto se ti capita di dover immortalare artisti che ammiri. Nel corso delle mia vita lavorativa mi è capitato spesso, spessissimo. Dal mainstream all’underground più nascosto, da Cristicchi ai Gorilla Pulp, dai Dire Strait Legend ai Signs Preyer. Passando per mille situazioni intermedie. Tutto nel nome della musica. E se non ti piace la musica, la vita perde uno sei suoi aspetti più interessanti e pregni. Senza dimenticare che musica ed immagini vanno di pari passo.

Le foto ai live aiutano, poi, anche da un punto di vista tecnico. Il continuo cambio delle luci, il cambio di posizione, l’avere un tempo limitato. Tutto dà una mano a crescere come fotografo. Impari a conoscere bene il mezzo che utilizzo per lavorare. Ne impari limiti e potenzialità. Impari ad adattarti subito alle nuove condizioni ambientali. A prendere decisioni rapide ed efficaci.

Tutte capacità che poi si trasferiscono automaticamente in qualsiasi altro ambito fotografico. Compreso quello dei matrimoni.


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