La vita a Ching Kneas, sul lago Tonle Sap

Palafitte, case galleggianti, persone immerse nell’acqua fino al petto che trascinano abitazioni, gente che pesca in poco più di 30 cm acquitrino. Questa è la vita che si presente a chi approccia il lago Tonle Sap, al centro della Cambogia  limitato a nord dalla catena dei Monti Dângrêk e a sudest dai Monti Cardamomi.

Il lago occupa una depressione creata geologicamente dalla collisione del Subcontinente indiano con l’Asia. La gente di Chong Kneas, villaggio posto a breve distanza dalla più nota Siem Reap, da sempre vede regolata la propria vita sull’andamento del lago.

Infatti nella stagione estiva, a causa delle piogge monsoniche, le acque del fiume Tonle Sap, il maggiore degli emissari, scorrono in senso opposto cosicché la superficie del lago passa da 2500-3000 km² (stagione secca) a 10000-20000 km², mentre la sua profondità aumenta da 2–3 m fino a un massimo di 14 m. 

Al termine della stagione delle piogge, il corso si inverte ed il pesce viene portato a valle. L’inversione del flusso del fiume Tonle Sap, che peraltro è lungo 110 km, agisce anche da valvola di sicurezza per prevenire altri allagamenti più a valle.

Durante la stagione secca (da dicembre ad aprile) il Tonle Sap fornisce circa il 50% del flusso del delta del Mekong in Vietnam. Chi vive sul lago e sulle sue sponde conosce bene questi andamenti e si adatta ad essi. Durante la stagione delle piogge la vita viene regolata dalla pesca.

Le case, da zattere galleggianti su pochi metri d’acqua, diventano ‘barche vere e proprie’. Allo stesso modo le palafitte, costeggianti la strada che verrà a sua volta sommersa, fino a quel momento strane abitazioni su lunghissime travi, prendono un senso.

Le persone passano dal trasporto con le biciclette alle imbarcazioni. Cambia la vita e ne cambiano i ritmi restando fermi i punti cardine del commercio e dell’istruzione. L’aria che si respira è diversa perché basata su andamenti e flussi naturali.

Durante la stagione secca c’è anche chi non si arrende e continua a muoversi in barca e a pescare. Esiste un tipo di pesce che non si sposta, adattatosi anche lui al sali scendi delle acque.

Questo animale è stato fornito dalla natura sia di branchie sia di polmoni in modo da poter vivere anche fuori dall’acqua. Sua unica colpa è l’essere in questo modo facile preda dei pescatori.

Il sistema pulsante con l’enorme zona allagata, la ricca biodiversità e il deposito annuale di ricchi sedimenti portati dal Mekong rendono il Tonle Sap una delle zone di pesca interne più ricche del mondo, fornendo cibo per più di 3 milioni di persone, contribuendo per il 75% al totale della pesca interna della Cambogia e al 60% del consumo proteico dell’intera popolazione cambogiana.

Un ecosistema ancora vivo e in grado di continuare a fornire il proprio contributo agli abitanti di almeno due nazioni.

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